8 Settembre: un nuovo inizio nel segno della tradizione

"Voglio che fate una cappella in nome mio qua, in questo deserto, quale festa mia farete l'8 di Settembre". Come ormai da secoli, anche quest'anno si compirà l'antica promessa che la Madonna del Carmine fece al Chierico Francesco Pietro di Filippo il 22 Aprile 1506, mentre questi riposava in una gravina alle pendici di Mottola.


Si narra che in quel tempo la piccola Mottola viveva un periodo di saccheggi e di decadenza e questo spinse i mottolesi a chiedere la protezione della Madonna: in particolar modo si affidavano alla materna intercessione i giovani per proteggerli dalle tentazioni della carne (come testimoniato dall'affresco del malato passionale all'interno della Cappella). Da quel momento, verso il Santuario rupestre della Madonn Abbasc (chiamato così per distinguerlo dalla erigenda Chiesa del Carmine su' nel paese), si sono susseguiti svariati pellegrinaggi votivi e generosi atti di donazione dei devoti dei paesi limitrofi per abbellire questo maestoso tempio immerso nel verde: si scendeva al Santuario per invocare la pioggia per i campi che soffrivano la "s'cchezz", per chiedere grazie e guarigioni alla Vergine. Gli ex voto (di cui molti originali) sono custoditi nella Cappella, altri invece negli archivi confraternali.

L'8 Settembre, per l'appunto, rappresenta una data importante per il nostro Sodalizio: in questo giorno in cui si fa memoria della Natività della Beata Vergine Maria, si da' inizio all'intenso anno sociale con la Santa Messa e l'ormai tradizionale e suggestiva Processione Eucaristica per le vie del Santuario.

Un anno che inizia, però, all'insegna della sofferenza e dell'incertezza causata dall'emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Ma questo non deve abbatterci: come titolo di questo articolo, la situazione che viviamo deve portarci ad un nuovo inizio, "un cambio di marcia nel quale dobbiamo sentire la chiamata del Signore che oggi invita tutti a uscire da questa situazione di “stallo” per riprendere il cammino" (dalla Lettera del Vescovo Claudio del 3 Settembre 2020).

Una volta in più, quindi, non possiamo che affidarci a Maria con le parole dell'antifona mariana dello Stella Caeli: "La Stella del Cielo, che allattò il Signore, distrusse la peste della morte, introdotta al mondo dal progenitore degli uomini. Si degni ora la medesima Stella placare il cielo, che irato contro la terra, distrugge i popoli con la crudele piaga di morte".

Partitura gregoriana dello Stella Caeli
Partitura gregoriana dello Stella Caeli


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